CANISTRO TRA MITO E STORIA. STORIA DELLA COMUNITA’ DI CANISTRO DAL PERIODO ITALICO AI PRIMI ANNI DEL III MILLENNIO

S. NATALIA, Canistro tra mito e storia. Storia della comunità di Canistro dal periodo italico ai primi anni del III millennio, LCL Industria grafica, Avezzano 2012 (cm 24×17), pp. 511, ill.ni e foto in b/n, € 20.

In questo ponderoso lavoro Sergio Natalia – nato e cresciuto a Canistro (AQ), dove dal 1994 al 1998 è stato giovane sindaco – si pone tre obiettivi: evitare l’oblio dei fatti, luoghi e persone di cui si hanno racconti e ricordi sempre più flebili e scoloriti; raccogliere in un unico volume il precipitato degli studi locali finora svolti, spesso in modo estemporaneo e non sistematico; inquadrare le vicende storiche del piccolo comune nell’ambito della più ampia storia regionale e nazionale.

Il testo è diviso in diciassette capitoli che abbracciano un periodo che va dall’Età del ferro, quando gli insediamenti umani si cominciano a strutturare lungo la dorsale appenninica, fino ai temi e problemi dei giorni nostri. Così, sono presi in considerazione passaggi storici cruciali: l’influsso della viabilità romana, il ruolo svolto dagli Orsini e dai Colonna, la costruzione del Regno d’Italia, il brigantaggio, il fascismo e le due guerre mondiali, lo sviluppo del secondo dopoguerra, l’emigrazione e l’immigrazione. Completano l’opera alcune interessanti tabelle fuori testo (evoluzione demografica, atlante elettorale, capitale sociale, eventi sismici) ed una doppia appendice che contiene uno spaccato sulla lingua (toponimi, canti, novelle, poesie, filastrocche, “satene”, proverbi) e documenti sulle tradizioni (usanze e giochi). Chiude il lavoro una ricchissima bibliografia con l’indicazione anche degli archivi, delle biblioteche, dei siti internet consultati. Lo scritto ha molti pregi, tra i quali spicca l’approccio metodologico, soprattutto in riferimento alla visione olistica delle vicende narrate, che sono approfondite tenendo conto delle dinamiche sociali, economiche, politiche e giuridiche, nonché degli andamenti geografici di un’area di “frontiera” e di “passaggio”. Il che si riverbera anche sulla ricerca e sull’uso scrupoloso delle fonti, considerate ad ampio spettro, tanto da comprendere le testimonianze orali, i fatti narrati e la letteratura grigia ossia gli atti non provvedimentali delle pubbliche amministrazioni (comune, prefettura, ministeri, ecc.). In effetti, solo procedendo in tal modo è possibile cercare di cogliere le dinamiche reali degli eventi, ricercandone le cause ed interrogandosi sulle conseguenze, senza indulgere in valutazioni astratte o ideologiche, molto lontane dal metodo scientifico.

In definitiva, questo libro è andato ben oltre i tre obiettivi che si prefiggeva: esso costituisce infatti sia un approfondito saggio storico, sia un valido strumento di orientamento e di stimolo per i molti studiosi appassionati della storia locale, affinché nel loro lavoro di ricerca sappiano accompagnare l’amore e la riconoscenza verso le proprie radici con un sano distanziamento critico (Angelo Mari ).