IL PATRIMONIO ARCHEOLOGICO TIBURTINO-CORNICOLANO ALLA LUCE DELLE NUOVE SCOPERTE

di Valentina Cipollari

 

Gli scavi in località Martellona

L’area tiburtino-cornicolana (oggi nel Comune di Guidonia Montecelio) è stata oggetto di ricerca dei siti e monumenti archeologici, riconosciuti da Zaccaria Mari in estese perlustrazioni e pubblicati nei volumi della Carta Archeologica Tibur, pars tertia e quarta (Forma Italiae, Firenze 1983 e 1991), che abbracciano il territorio compreso nella tavoletta IGM di Tivoli (F°150,I,N.O.) e, parzialmente, in quella di Settecamini (F°150,IV,NE). Negli ultimi quindici anni numerosi interventi di scavo, svoltisi sotto la supervisione della Soprintendenza per i Beni Archeologici del Lazio, hanno fatto progredire notevolmente le conoscenze storico-topografiche relative alla zona. In tale arco di tempo le indagini di archeologia preventiva hanno dato la possibilità di esercitare un costante monitoraggio sul territorio e un’idonea tutela dei rinvenimenti, fornendo dati essenziali per la conoscenza delle dinamiche di occupazione in età antica. Molti degli scavi preventivi, alcuni dei quali tuttora in corso, hanno assunto carattere estensivo, apportando una quantità di informazioni di fondamentale importanza, che in questa sede saranno presentate in rapida sintesi.

Tra i siti più estesi e a lungo indagati con diverse campagne di scavo (1999,2001-2003, 2008-2009, 2011-2012) figura quello in loc. Martellona, posta tra l’ospedale American Hospital Group, la via Tiburtina (km 20) e l’Autostrada del Sole A1. In quest’area, interessata dalla costruzione di un centro commerciale e di una caserma della Guardia di Finanza, sono state portate in luce una necropoli di 450 tombe e  una grande villa rustico-residenziale con balneum e natatio.

La necropoli, che si sviluppò dal VI-V sec. a.C. al III d.C., era attraversata da un asse viario lungo il quale si disponevano le sepolture in fosse terragne (che presentano il doppio rito, inumazione e incinerazione) coperte a cappuccina o con tegole disposte in piano (1). Si segnala, in particolare, una tomba a camera con dromos di accesso alla cella sepolcrale, che ha restituito un sarcofago in peperino con coperchio a doppio spiovente, ora conservato nel Museo Civico “Rodolfo Lancianidi Montecelio. Qui sono esposti anche una statuina fittile di genius cucullatus, divinità giovanile con mantello e cappuccio, e un corredo miniaturistico costituito da un boccalino e una focaccina (databile per confronto al II-I sec. a.C.), rinvenuti nella tomba di uninfante. Notevoli sono anche due statuine femminili, una nella posizione dell’offerente e l’altra semisdraiata, accompagnate da vari oggetti da mensa miniaturistici provenienti dall’ustrinum (area riservata alla cremazione) e databili fra il IV e il III sec. a.C., che rappresentano il banchetto dei vivi in onore del defunto e quello ultraterreno. La villa (2), già visitata dal Lanciani nel 1909 (3), presenta una prima fase risalente all’età tardo-repubblicana, una seconda (la più importante) di età adrianea e una terza tardo-antica. Sono state esplorate la pars rustica e la pars urbana (residenziale) della villa, ove si riconoscono l’atrio con impluvium e pozzo, il tablinum (sala per ricevimenti), il torcularium, il doliarium, una cisterna a torretta e un piccolo balneum. Nel giardino della villa si trova una grande vasca (m. 46 × 15) o natatio in opus caementicium, con fondo rivestito di cocciopesto, dotata di un notevole sistema idrico formato da canalette e tubature. Mostra in due angoli opposti due scale speculari e un piccolo pilastro al centro. All’interno sono state recuperate un’erma vestita (forse raffigurante un poeta o un filosofo), una ninfa dormiente e una testa femminile, tutte in marmo bianco e di piena età imperiale, oggi esposte nel Museo di Montecelio.

Tra gli arredi del giardino, disposti intorno alla vasca, vi sono due fontane, una quadrata (con intonaco azzurro ) e una rettangolare (rivestita di lastre di marmo bianco) che ricevevano acqua da fistulae plumbeae.

Scavi in altre località

Nella zona di estrazione del travertino in loc. Le Fosse scavi preventivi alla ristrutturazione del seicentesco Casale dei Pastini hanno riportato alla luce, nel 2011, ambienti rustici di una villa inquadrabile fra il I sec. a.C. e il IV-Vd.C.(4).

Alla prima fase risale una cisterna a rete di cunicoli ipogei in cui si distingue una galleria principale, scavata sotto la villa, dotata di bracci secondari secondo uno schema spesso riscontrato nell’ager Tiburtinus (5) e nel suburbio di Roma (6). Il pianterreno del casale ingloba una cisterna (7) a doppia navata con volte a botte, databile all’età neroniana e quindi riconducibile alla seconda fase edilizia, quando dovette crescere il bisogno d’acqua anche a causa della costruzione di un balneum. Sono attualmente in corso, in loc. Le Pediche, le  indagini propedeutiche, avviate nel 2012, alla realizzazione della “Rete viaria località Tor Mastorta-Via della Selciatella”. Gli scavi hanno permesso di documentare una fabbrica di laterizi, ove è ben conservata la camera di combustione a pianta rettangolare di una fornace in opera laterizia, incassata come di regola nel terreno per non far disperdere il calore. Attiguo è un vasto edificio a pilastri, che dovevano sostenere una tettoia sotto la quale si stipavano o si ponevano ad essiccare i laterizi.

A breve distanza è stato rimesso in luce il tracciato della via Tiburtino-Cornicolana, che dal  IX miglio della Tiburtina correva alle falde di Montecelio (antica Corniculum) per poi dirigersi verso la via Salaria. I blocchi calcarei del pavimentum sono risultati asportati o ridotti in scaglie per pavimentare la “Selciatella” (forse risalente al XVI secolo) che conduce al vicino casale di Tor Mastorta.

Lungo la via antica è stata rinvenuta una necropoli, tuttora in corso di scavo, costituita di tombe prevalentemente a cappuccina. In una di esse si è rinvenuta, al collo dello scheletro, forse di una giovane donna, una collana d’oro a catena intervallata da elementi sfaccettati in pasta vitrea color turchese.

Nel 2008 gli scavi che hanno preceduto l’apertura di una strada nell’area mineraria del cementificio Buzzi-Unicem, in loc. Cesi Ranni, hanno consentito di identificare, nell’ambito di una villa rustico-residenziale inquadrabile tra l’età medio-repubblicana e la seconda metà del I sec. a.C. (8), una struttura a tricora, probabilmente un ninfeo, già nota agli studiosi (9) che l’avevano interpretata come ambiente termale. Fori per l’adduzione dell’acqua e canali, tra cui uno che mette in comunicazione la struttura con una grande vasca rettangolare, fanno ipotizzare che il ninfeo sorgesse all’interno del viridarium della villa.

A partire dal 1998 nell’area del costruendo Centro Agroalimentare Romano (CAR), nella Tenuta del Cavaliere, sono riemerse due necropoli e tre ville (10). In particolare la prima di queste, detta dell’Ercole fanciullo, che si data fra l’età augustea e il IVsec.d.C., era notevolmente estesa e comprendeva ambienti rustici e residenziali e un complesso termale. Da essa proviene gran parte dei reperti esposti attualmente nel Museo “R. Lanciani”, tra cui le statue di Dioniso seduto e del fanciullo raffigurato come Ercole, oltre all’iscrizione con dedica ad Hercules Sospitalis, custode della Domus Galloniana, da parte di Tazio Sabino procuratore della villa per conto dei due proprietari Negro e Frontone.

Dal 2009 le indagini dirette dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici del Lazio all’interno del Parco della Tenuta dell’Inviolata, a ridosso della discarica di rifiuti solidi urbani, hanno individuato il percorso della via Tiburtino-Cornicolana, rinforzato in alcune parti da muratura a blocchi, per una lunghezza di circa 110 metri (11). Questo tratto si collega a quello visibile nei locali sotto la chiesa di S.Maria a Setteville, rinvenuto alcuni anni or sono (12). Sei mausolei, un recinto funerario e sessantanove tombe, per lo più coperte a cappuccina, sono stati ritrovati lungo il percorso viario. Giacente sulla strada è apparsa un’ara in marmo bianco con iscrizione funeraria dedicata da Cestia Proba al figlio Q.  Atilio Probo e frontone decorato da una corona di quercia lemniscata.

L’alto numero degli insediamenti esplorati e la ricchezza del materiale recuperato negli scavi, che ha arricchito sensibilmente le collezioni del Museo di Montecelio, testimoniano la presenza, oltre che di impianti produttivi e di villae rusticae e rustico-residenziali, di ricchi e complessi edifici. La capillare diffusione di strutture idrauliche, invece, è indice di un’intensa attività agricola che necessitava di abbondante acqua per la produzione di olio e vino e per la coltivazione di ortaggi, prodotti pregiati i primi e deperibili i secondi da vendere al vicino mercato dell’Urbe, facilmente raggiungibile attraverso la via Tiburtina.

1-S.DI SANTE, G.PRESEN, Note di scavo in località Martellona, in “Annali. Associazione Nomentana di Storia e Archeologia” 2002, pp. 89-100; E. MOSCETTI, Notiziario, in “Annali. Associazione Nomentana di Storia e Archeologia”, pp.152-154.

2-E.MOSCETTI, Notiziario archeologico, in “Annali. Associazione Nomentana di Storia e Archeologia” 2001, pp.112-113; DI SANTE,PRESEN, art. cit., pp. 88-89; E.MOSCETTI, V.CIPOLLARI, C.INTERDONATO, Guidonia. Località Martellona-Don Uva. Villa, Notiziario archeologico, in “Annali. Associazione Nomentana di Storia e Archeologia” 2009, pp.43-48.

3-R.LANCIANI, Codice Vaticano Latino 13047, Via Tiburtina, f.58v.

4-V.CIPOLLARI, Una villa  romana con cisterna al Casale dei Pastini (GuidoniaMontecelio), in “Atti e Memorie della Società Tiburtina di Storia ed’ Arte” 85, 2012, pp.169-185.

5-Cfr.Z.MARI,Tibur, pars tertia,“Forma Italiae”, Firenze 1983, nn.6,34,202,302.

6-Cfr. M.DE FRANCESCHINI, Ville dell’Agro Romano, Roma 2005, nn.5,6,11,16,19,24,25,32,44,54.

7Z.MARI, op.cit., pp.390-393, n.414.

8-E.MOSCETTI, S.GREGGIGuidonia. Località “Cesi Ranni”. Villa. Necropoli, Notiziario archeologico, in “Annali. Associazione Nomentana di Storia e Archeologia” 2009, pp.49-56.

9-Ad esempio T.ASHBy, La Via Tiburtina, Tivoli 1 928, p.143, nota 2. V. anche M.SPERANDIO, in Thomas  Ashby. Un archeologo fotografa la Campagna Romana tra ‘800 e ‘900, pp.75-76, n.55.

10 – B. ADEMBRI, F. TAGLIETTI, M. G. GRANINO CECERE, Hercules Sospitalis da una villa del suburbio romano, in “Rendiconti della Pontificia Accademia Romana di Archeologia” 74,2001-2003, pp.127-176.

11-Passeggiata sullaTiburtino-Cornicolana nell’Inviolata, a cura di Filippo Avilia, Guidonia-Montecelio 2014.

12-E.MOSCETTI, Nuove acquisizioni sul percorso delle antiche vie Tiburtina e Cornicolana a Setteville di Guidonia, in Lazio e Sabina 5, a cura di G.Ghini, Roma 2008, pp.27-30.