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ANTONIO NIBBY
Analisi storico-topografico-antiquaria della carta de' dintorni di Roma, 1837, tomo III, Roma Tipografia delle belle arti. Ristampa anastatica, 1973, Arnaldo Forni editore.

(pag. 596) PONTE SCUTONICO - E' un ponte antico costrutto di massi quadrilateri, eretto sopra un rigagnolo che scende dai colli di Roviano, circa 35 miglia lontano da Roma sulla via Valeria, un miglio dopo il bivio dove questa diverge dalla via Sublacense. L'Olstenio nelle note al Cluverio lo disse Stratonico: il Fabretti ed il Revillas col volgo lo appellano Scutonico: ignota è la etimologia. Nella cronaca sublacense ricordasi un ponte Mara, che sembra essere questo medesimo, dove nell'anno 1183 fu tenuto un giudizio dinanzi Milone vescovo tiburtino, fra Oddone economo del monastero sublacense e Ricere da Arsoli sul possesso o dominio diretto della Terra di Arsoli, nel quale la sentenza fu favorevole al monastero [*]. Esso è lungo 22 piedi e mezzo, largo 18; e poco dopo questo ponte andando verso Arsoli vedesi un muro di sostruzione costrutto di massi poligoni, lungo quasi 250 piedi, eretto per opporsi allo sfaldamento delle terre de' colli sovraggiacenti che avrebbero potuto ingombrare la via Valeria. E questa è una delle prove moltiplici, che si hanno, dell'essere stata in uso questa costruzione anche presso i Romani, fino alla metà almeno del quinto secolo di Roma.
(pag. 637) VIA TIBURTINA, VALERIA, e SUBLACENSE - Queste tre vie partivano insieme da Roma con un solo tronco, che fino a Tivoli avea il nome di via Tiburtina: dopo Tivoli assumeva quello di via Valeria: e da questo Nerone diramò per uso della sua villa la via Sublacense. La etimologia delle vie Tiburtina, e Sublacense derivasi, come quella di altre vie che uscivano da Roma dal nome di Tibur, e Sublacum, luoghi, a che conduceva: quello di Valeria da Marco Valerio Massimo, censore (...) Per conseguenza nota è la data della costruzione di questa, come pure della Sublacense, che per testimonianza di Frontino de Aquaeductibus fu aperta da Nerone. (...)
L'Itinerario di Antonino, e la Carta Peutingeriana determinano le stazioni della Tiburtina e della Valeria in questa guisa: il primo:
Tibur, Carseoli, Alba Fucentia, Cerfennia, Corfinium, Interpromium, Teate Marrucinum, Hadriam. La Carta in questo segmento è molto confusa, poiché, come si vede oggi d'uopo sarebbe conchiudere che si legasse colla Prenestina a Trevi, contra la verità de' fatti, e dall'altro canto si vede troncata verso Alba; quindi colla guida dell'Itinerario parmi che l'ordine debba ristabilirsi così che dopo il nome Carsulis si dirigga ad Alba, e dopo Alba a Marrubium, e poi a Cirfennia, e di là a Mons Imeus, Statulae, e Corfinio, e quindi ad Interpromium, o Interprimum, e poscia a Teate Marrucinum, e finalmente ad Hadria. E componendo insieme questi due documenti, ed aggiungendovi i nomi corrispondenti si avranno le stazioni così: Ad Aquas Albulas la Solfatara, Tibur Tivoli, Varia Vicovaro, Ad Lamnas, o Ad Laminas Ferrata, Carseoli presso Cavaliere, Alba Fucentia Alba, Marrubium S.Benedetto, Cerfennia Coll'Armele, Mons Imeus Forca Carusa, Statulae Goriano, Corfinium S. Pelino, Interprimum, o Interpromium S. Valentino, Teate Chieti, Hadria Atri.
(...) Da Tivoli fino a La Ferrata, ossia da Tibur alla stazione ad Lamnas la via attuale che conduce a Subiaco è la stessa della Valeria, quantunque scarsissime vestigia rimangano del suo lastricato. A quella stazione è un bivio: la strada a destra che è quella che conduce a Subiaco continua ad esser piana, e circa il miglio moderno XXXIV [**] si biforca di nuovo: il ramo sinistro mena ad Arsoli e di là a Carseoli ec, il destro a Subiaco: nel sinistro pertanto deesi ravvisare la continuazione della Valeria, e chiare prove ne fanno la regolarità della direzione, il ponte antico di pietre quadrate lungo 22 p. largo 18, al quale il volgo dà il nome di ponte Scutonico, e la sostruzionedi poligoni a sinistra, che dopo questo s'incontra fatta affine d'impedire lo sfaldamento delle terre sovrapposte. Il destro è da riguardarsi come il principio della via Sublacense, (...) Il Fabretti, il Revillas, ed altri però tennero altra opinione e riguardarono come il bivio delle due vie quello che venne indicato di sopra, della stazione Ad Lamnas. Non badarono però costoro che questa pretesa via Valeria è una strada impraticabile affatto ai carri, mentre la Valeria era frequentata da questi, che non conserva vestigio di lavoro antico, e ripida sale e scavalca il monte S. Elia scendendo a Riofreddo, donde va a raggiungere la vera via Valeria presso S. Giorgio. Avendo esaminato sui luoghi questi due tronchi di strada, non cade affatto dubbio sulla vera direzione della via consolare. Ad Arsoli, è la colonna milliaria col num. XXXVIII [***] spettante a questa via e riportata nel Tomo I p. 267. Dopo quel punto l'andamento della via Valeria è ben determinato dalle rovine di Carseoli oggi Civita Carenzia, dalla colonna milliaria ancora in piedi al ponte di Carsoli, dal pavimento ancora superstite e dalle sostruzioni a poligoni che lo reggono sulla vetta di Monte Bove, fra Colli e Rocca di Cerro, dal taglio portentoso delle rupi presso Tagliacozzo, e dalle sostruzioni di grandi massi all'ingresso di Tagliacozzo medesimo, dalla posizione di Alba (...) .


* La citazione è sbagliata. Il ponte è chiaramente riferibile a quello di Marano Equo
** Questo corrisponde al miglio romano XXXVI, che verrà rinvenuto nel 1889-90 nel punto esatto del bivio sotto Roviano. Nel 1924, a Ponte Scotónico, verrà rinvenuto anche il miglio XXXVII.
*** Il miliare XXXVIII fu rinvenuto due secoli fa in località Sonnoletta e collocato nel 1874 al centro della piazza di Arsoli dal principe Camillo Massimo.

CARLO PROMIS, Le antichità di Alba Fucense negli Equi, 1836 Roma. Ristampa Adelmo Polla, Avezzano.

(pag. 49) Il bivio ad Lamnas fissato da Frontino e dalla Carta non fu mai messo in dubbio, lo fu bensì la direzione della Valeria da questo punto sino a Carsoli. Reca meraviglia come il per altro dottissimo e benemerito Fabretti ingannato da un avanzo di via antica che vidde presso Riofreddo abbia messa in campo e sostenuta l'opinione che la Valeria staccandosi dalla Ferrata salisse il monte Peschioso elevato e ripido sì ch'egli stesso confessa essere quasi impraticabile (...)
(pag. 51)Al miglio 33 e mezzo è il bivio moderno: la via a dritta è la Sublacense nuova, quella a sinistra è la strada di Arsoli riattata nel 1829 (...) un viottolo ingombro di massi del selciato, porta al ponte Scutonico costrutto per valicare un piccolo fosso di tal nome. Salendo sopra l'aggere fatto per tenere orizzontale la Valeria è osservabile che esso forma un angolo saliente e piega verso Arsoli (...) sopra il ponte conservasi il pavimento di grossissimi poliedri di pietra calcare, la larghezza è di m. 5,236 (...) L'aggere è rinfiancato a tramontana da muri d'opera incerta e da altre moderne: la sua costruzione primitiva è di pietra quadrata locale, e la sua larghezza assoluta è di 7,270 (...) L'arco, essendo ora in parte interrato, ha la corda lunga m. 7,300; il coseno 2, 245 onde il suo diametro è di 8,178 (...) Proseguendo il viottolo lungo il quale sono molti ruderi del pavimento si raggiunge la strada di Arsoli (...).


G. J. PFEIFFER - TH. ASHBY, Carsioli, una descrizione del sito e dei resti romani, con note storiche ed una bibliografia, in Supplementary Papers of the American School of Classical Studies in Rome, I, 1905, pp. 108-140, con quattro mappe. (Traduzione F. Amici, A. Crialesi).

[...] Un altro antico ponte ancora meglio preservato è il Ponte Scutonico, che si trova circa 2 Km indietro verso Roma, di gran lunga al di sotto della ferrovia, a sud-ovest di Arsoli, da dove può essere facilmente raggiunto. Esso ha un particolare interesse in quanto è il più importante resto di costruzione stradale romana da queste parti [...] La foto 3 mostra la sommità di esso, rivolta ad est, con la pavimentazione stradale di blocchi calcarei piatti ed irregolari ancora in sito originale [...] Appare perciò incontestabile che l'importante arteria romana di questa regione, conosciuta come la Via Valeria, si dirigeva (almeno nel tempo quando tutte le pietre sopra menzionate erano in uso) da Lamnae su per la Valle dell'Aniene fino alla XXXVI pietra miliare, si biforcava verso nord, attraversava il Ponte Scutonico ed il Ponte di S. Giorgio e così raggiungeva Carsioli.

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