L'angolo delle poesie |
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AEQUA E L'ARTE... |
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G. Moroni, Dizionario di Erudizione Storico-Ecclesiastica, Venezia, Tipografia Emiliana, 1857, vol. LXX, pp. 211-213.
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Affile o Afile.
Comune dell'Abbazia di Subiaco, con territorio fertile, parte in piano, producente eccellente vino simile
all'aleatico, olio, grano e granturco e altro, oltre i pascoli, con mediocri fabbricati e strade bastevolmente larghe.
E' situato sopra un colle tufaceo, che specialmente nell'ingresso costituisce il suolo della via,
in grata posizione per le amene e ben coltivate compagne che lo circondano, in clima alquanto umido, fornito in
vicinanza di acque perenni a sufficienza. La chiesa arcipretale è dedicata alla protettrice s. Felicita,
e da ultimo fu restaurata.
Nell'altare maggiore il cav. Ranucci egregiamente vi dipinse il suo martirio. I quadri di s.
Andrea Avellino, e della Deposizione dalla Croce di Federico Marini, Marocco li qualifica mediocri. Egli afferma che in Afile esisteva
il monastero di s. Michele arcangelo dei benedettini, e descritto nelle cronache sublacensi.
Narra s. Gregorio nei
Dialoghi che ivi s. Benedetto nel recarsi alla solitudine di Subiaco, operò per virtù divina
il 1° miracolo colla ricongiunzione dell'infranto vaglio di creta, caduto dalle mani di Cirilla sua nutrice, mentre purgava il grano; ed
a perpetua memoria venne appeso nella chiesuola rurale di s. Pietro apostolo.
Nel monte Lo Pertuso vi è un naturale forame che lo trapassa lungo quasi un 4° di miglio, e vi scorre il torrente Carpena, il quale dalla parte opposta forma una caduta
pittoresca: ivi nelle siccità vi abbevera il suo bestiame e quello di Roiate e Civitella confinanti.
Questo antichissimo castello fu vetusta colonia romana,
poichè vi fu dedotta sino dal 620 di Roma, come attestano le lapidi che si conservano, e riprodotte da Marocco e
da Nibby. Si legge in Frontino o l'autore De Colonis: Afile oppidum, ossia terra
fortificata, lege sempronia in centuriis et Laciniis ager ejus est assignatus: iter populo non debetur.
Plinio nomina gli affilani fra le colonie esistenti ai suoi giorni..
Sulla piazza principale e sul muro della chiesa è un piedistallo di calcaria
locale, sulla quale è scolpita l'iscrizione ricordata dall' Olstenio nell' Adnotationes, e pubblicata inesattamente dal Grutero. Sopra di
esso fu eretta la statua a Lucio Afilano della tribù aniese e cavaliere, decretata dal municipio, e poi ristabilita da Lucio Afilano Verecondo.
Altra lapide su detta piazza , pure in pietra calcaria e che serve di seditore, è l'avanzo del piedistallo della statua di Q. Verrio
Flacco celebre pel calendario rammentato da Svetonio , di cui parlai nel vol. LI, p. 5, e 29. Nibby rigettando le opinioni del Volpi, Vetus Latium prophanum,
e del Cayro, Notizie storiche delle città del Lazio Vecchio e Nuovo, sull'origine ed etimologia del nome d'Affile.
Dice che Affile è posto nel paese degli
ernici, lungi circa 6 miglia da Subiaco, sulla sponda sinistra dell'Aniene, sopra una lacinia del monte Faggeto
che può riguardarsi come un contrafforte dell'Arcinazzo verso sud-ovest, il quale si prolunga da oriente a settentrione fino al confluente del rivo di Tuccianetto
nell'Aniene sotto a Canterano. Una via antica che legava la prenestina alla sublacense , traversava Affile, e se ne vedono ancora le traccie.
Altre testimonianze di sua antichità sono i frammenti di pietre, colonne, capitelli, cornici, come pure molti massi quadrilateri incastrati nelle costruzioni moderne.
Anastasio Bibliotecario, nella vita di s.
Sisto III del 432, fra i beni assegnati alla basilica Liberiana da quel Papa, nomina la possessione Celeris nel territorio Affilano, che rendeva III soldi e un trimisse.
Quindi può stabilirsi che nel 440 non si era perduta la memoria di Affile. Non lo era pure un secolo dopo, poichè s. Gregorio I nel 2° dei
Dialoghi, parlando di s. Benedetto, dice che quel santo si portò in locum qui dicitur Effide: è questo nome in luogo di Affile, e sovente
s'incontra così enunciato nelle carte dei bassi tempi, come pure in quelle stesse carte trovasi scritto Affile.
Cencio Camerario, riportando il registro di papa s. Gregorio
II, mostra come nel 720 i fondi denominati Pigrino, Casanova, Turritno, Lagano, Calabruncano e Trivitano, parti della massa ponziana, erano posti in Affile, e furono dati in enfiteusi perpetua ai
preti della diaconia di s. Eustachio al saggio di 50 soldi bizantini d'oro. Il castello col nome d'Enfide fu chiamato da papa s. Zaccaria del 741. Si legge nel
Muratori, Antiquit. Italiae t.5, Efide vere viculus in Aequiculis a Sublacus duobus plus minus passum milibus distans vulgo Afile ut propterea ejus incolae Effidani potius quam Aufidenates a Cajetano vocari
debuerint, apud Haest.
Osserva Marocco che riguardo alla distanza vi è uno sbaglio, perchè sono quasi 4 miglia. Nel 952 era
ridotta Affile allo stato di colonia, che apparteneva a Benedetto console e duca, che in quell'anno la donò a Leone abbate di Subiaco, con atto riportato
dal Muratori, t. 1, p. 163. Ciò si conferma nella cronaca sublacense, nella quale si legge come Leone 18° abbate
di quel monastero acquistò a s. Benedetto Effidem castrum, oltre vari altri
beni.
Nella bolla di Benedetto VII del 978, riferita dal Marini nei Papiri diplomatici, e riguardante i beni e la giurisdizione del vescovo di Tivoli (V.), si nominano i fondi
di Ponza, Casa, Casalupoli, Canistra, Sclapanus, Caesarea, e Cisiniano sono limitrofi fra loro e tutti posti nel territorio d'Affile, e che avevano per confine Affile, Turrita, Gaianello e Pareclano. Da un altro documento pubblicato
da Muratori nel t. 5, p. 773, si apprende come verso il 1005 Giovanni abate del monastero di s. Salvatore di Cominacchio, ossia ad Commune Aquae, donò al monastero sublacense, una cisterna antica lastricata, posta in Affile fra la
chiesa di s. Maria e quella di s. Pietro, nel tenimento allora denominato Ferentillo minore, la quale era stata comprata antecedentemente da quel monastero; i monaci l'avevano restaurata
d'ordine di Ottone III imperatore, ad honorem s. Michaelis archangeli, et s. Benedicti, et s. Adalberti. Questa cisterna riusciva assai comoda, dovendosi fare un miglio per attingere l'acqua.
Dopo quell'epoca Affile e la vicina Ponza furono occupate da Ildelmondo: l'abbate sublacense
Giovanni, di concerto con papa Pasquale II, pervenne a ricuperarle, ma dovè cedere l'usufrutto d' Affile a Ildemondo e suoi
figli, e sborsare 100 libre di denaro, il che rilevasi dal Muratori, Antiq. t.1 p.
619, e dal Chronicon Sublacense da lui pubblicato nella raccolta Rerum Italicarum
scriptores t. 4, p. 1039. In questi due documenti Affile ha il nome di
Castrum, cioè terra fortificata, e nella cronaca specialmente si ricordano due torri.
Così nella bolla di conferma dei beni del monastero sublacense, emanata nel 1115 da Pasquale II e inserita nella stessa cronaca, si nominano espressamente medietatem montis Afilani .. Castrum Afilae. Nella medesima
si legge, che ai tempi di Eugenio III del 1145, Ponza e Affile furono occupati da Filippo e Oddone nipoti dell'abbate Pietro defunto, ma poco dopo vennero ricuperate con l'aiuto di tal papa dall'abate Simone. Sembra che questo dominio temporaneo degli abati sublacensi fosse causa di questioni di giurisdizione spirituale, che insursero fino al 1179 fra l'abbate e il vescovo di Palestrina, il quale antecedentemente la possedeva, onde fu convenuto che per decima il
clero di Roiate, Ponza e Affile avrebbe dato ogni anno 9 rubbia di buon frumento e 9 rubbia di spelta (biada più liscosa e lupposa del farro), oltre altri diritti indicanti giurisdizione, patti che conclusi nel 1182, riporterò poi distesamente, e si confermarono nel 1255 con bolla d'Alessandro IV, riportata dal Petrini a
p. 403. Questa decima da Urbano VIII nel 1639 fu definitivamente ridotta ad annui scudi 65 che l'abbate pro-tempore deve pagare al vescovo di Palestrina, e si soddisfa tuttora; mentre d'altro canto, fin da quell'anno fu Affile con gli altri luoghi in questione sottomessa
interamente alla giurisdizione spirituale dell'abbate di Subiaco, Nibby con erudizione parla delle due vie che conducono ad Affile, sia per Palestrina che per Subiaco, e lungi da Roma circa 53 miglia.
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