Saracinesco. Ricordi, immagini, dialetto

M. PROIETTI

Saracinesco. Ricordi, immagini, dialetto

2004 Tiburis Artistica Tivoli, pp. 80, ill. b-n nel testo, 8 tav. col., s. i. p.

Il nome Saracinesco, ogni volta che si ascolta o si legge da qualche parte, evoca sempre ricordi di cruente battaglie combattute contro gli “infedeli” saraceni (vedi pure le lunette dipinte nel convento di S. Cosimato) e mai, al contrario, come cantavano in uno stornello i rovianesi (“Saraciniscu paese de modèlle / ce vau a pijjà friscu principi e regginèlle”) e come, invece, meriterebbe questo caratteristico borgo della valle dell’Aniene, immagini di pace, di suggestivi paesaggi e di femminile bellezza montanara. Eppure, come racconta l’Autore in questo gustosissimo libro, dalla seconda metà dell’800 le donne e gli uomini di Saracinesco hanno venduto, oltre le violette, anche la loro fisicità ai pittori di via Margutta a Roma; hanno ceduto al cinema ed al teatro “la più bella del reame”, quella Vittoria Proietti, in arte Lepanto, “simbolo di un’epoca” che fece impazzire non pochi intellettuali e gerarchi del passato regime. Il libro, oltre a raccontare di fatti e personaggi locali (che tipo, Pennacchinu!), riporta una piccola raccolta di modi di dire, di toponimi e un essenziale vocabolario “saracinescaru”. Ma esplicita un obiettivo: trascinare il lettore a visitare il paese senza timore di veder rotolare la propria testa giù per la valle.

(ar. ta.