STORIA E PERSONAGGI DEL PALAZZO MORASCHI A SUBIACO

Don Mario Pieracci Galante, Storia e personaggi del Palazzo Moraschi Subiaco, Pro manuscripto 2024 (17×24), pp. 32, numerose ill. b/n e a colori, s.i.p.

Don Mario Pieracci Galante (1951) ha svolto nella diocesi di Tivoli ruoli di parroco e di vicario episcopale, ma, oltre che autore di diversi volumi e videocassette, si è dedicato al turismo religioso e all’accoglienza dei disagiati nella capitale. Fra l’altro svolge anche il suo ministero in Egitto per i cristiani cattolici di rito latino con il titolo di archimandrita. Nonostante tutti gli impegni la sua attenzione è rivolta anche al pregevole patrimonio storico e architettonico della città di Subiaco, per cui, come giustamente sottolinea nella presentazione a questo volumettto il sindaco Domenico Petrini, “Palazzo Moraschi, una preziosa perla che abbiamo rischiato di perdere. Ad invertire la tendenza è giunto l’intervento di don Mario Pieracci Galante, il quale con la sua associazione Gli Angeli Onlus, ha salvato l’intera struttura dall’oblio a cui sembrava condannata dopo trenta anni di abbandono”.
“Tutto ebbe inizio alla fine del Settecento …” così l’A. apre la storia di Palazzo Moraschi a Subiaco, la cui edificazione risale alla prima metà dell’Ottocento, grazie all’opera dell’omonima famiglia i cui membri avevano conquistato posti di prestigio in ambito sociale. In seguito, alla decorazione del piano nobile della struttura provvide l’artista Francesco Gai (1868). L’edificio fu poi oggetto di compravendita finché, negli anni Trenta del Novecento, venne acquistato dalla signora Adalgisa Chionetti; purtroppo, dopo il 1983 fu completamente abbandonato ed iniziò ad andare in rovina. Solo nel 2013 l’Associazione Onlus Gli Angeli lo ottenne in comodato gratuito per la durata di 33 anni dal Comune di Subiaco, che nel frattempo ne era divenuto proprietario. Cominciarono così i lavori di restauro dalle fondamenta ai tetti: ormai risorto a nuova vita Palazzo Moraschi dal 2018 ospita una casa per ferie, un rifugio per anziani autosufficienti, un museo e biblioteche.
L’interessante pubblicazione contiene anche una descrizione degli ambienti dell’edificio. Vi sono illustrate la Sale di Accoglienza, la Sala dei Marmi, la Sala Francesco Gai, la Sala della Primavera, la Sala del Sole, la Sala della Luna, la Sala delle Stelle. Di ciascuna viene fornita in modo sintetico ed efficace un racconto delle decorazioni, dei ritratti e degli affreschi nonché la storia dei personaggi che, in un modo o nell’altro, sono stati legati a questi ambienti.
Un capitolo, inoltre, è dedicato al Giardino Pensile e Parco degli Angeli, il piccolo parco al quale si accede uscendo dal palazzo. Vi si trovano attrezzature per area picnic ed animali da cortile. I capitoli seguenti forniscono importanti informazioni sull’artista Francesco Gai, che dal 1865 fu impegnato a decorare le sale dell’edificio nonché parte della cappella della Madonna del Carmine annessa al palazzo; poi sulla stessa chiesetta e sulla caserma dei Carabinieri, che per lunghi anni venne ospitata a Palazzo Moraschi. Per completare l’operetta sono stati aggiunti accenni all’ambiente sublacense esistente in altre epoche: vengono fornite notizie anche della chiesa di Santa Maria della Valle e della ferrovia Mandela-Subiaco. Una pubblicazione molto interessante che, se pure sinteticamente, offre notizie su un monumento ingiustamente condannato all’oblio ma che, per merito dell’A., rivive ancora non solo nelle pagine di una pubblicazione ma nella realtà storica. Lettura consigliabile sia ai cittadini di Subiaco che agli studiosi ed ai semplici turisti (NiCa).