Arsoli si racconta. Storia – monumenti – cultura

W. PULCINI. Arsoli si racconta. Storia – monumenti – cultura
2013 Subiaco, (cm 22×17), pp. 162, ill. b/n nel testo, s. i. p.

Il prof. Pulcini, “mentre scorrono gli ultimi spiccioli del suo novantesimo anno”, come avverte nella premessa, ha sentito la necessità di raccogliere in un unico volume una serie di scritti pubblicati nel corso di lunghi anni in diverse riviste, tra le quali naturalmente anche “Aequa”, in modo che i cultori delle patrie memorie abbiano la possibilità di reperire immediatamente e senza affrontare faticose ricerche gran parte di quegli articoli che altrimenti rischierebbero di andare perduti nel mare magnum dei periodici che costellano il panorama letterario nazionale e locale.
Naturalmente è questo solo un pretesto perché Walter Pulcini possa ancora una volta, dopo aver speso un’intera vita ad illustrare il luogo in cui ha trascorso la maggior parte della sua esistenza, a ritornare con la mente e con il cuore nell’immaginario che ha creato con amore e con passione.
Il volume è distinto in tre capitoli che raccolgono la storia, i monumenti e la cultura di Arsoli. Effettivamente sono questi i poli d’attrazione attorno ai quali si è da sempre concentrata l’attenzione dello storico-scrittore, che del vasto affresco creato in lunghi anni con la sua penna, ha selezionato una parte significativa perché non resti senza ricordo l’opera di cui potrà vantarsi un’intera comunità. E, come sottolinea nella prefazione il prof. Giuseppe Aldo Rossi, è una fortuna che un piccolo centro possa contare su “entusiasti testimoni, i quali si assumono il compito di tramandare le memorie della comunità di cui fanno parte, destinate probabilmente a restare ignorate, se non ci fossero loro”.
Un motivo in più questo per leggere o, meglio, rileggere gli scritti del Pulcini, il quale ha anche il dono di raccontare con semplicità e con vivacità la storia e le storie arsolane senza tuttavia prescindere da un criterio di documentazione rigorosa, cui si attiene anche quando l’affetto per la piccola patria sembrerebbe prendere il sopravvento (Nicola Cariello).