Monastero di Subiaco

speco

Attorno a me le vette di un oceano di gigli;

Una croce, una porta, alla fine di un sentiero montano,

Dove il tronco compatto di querce pietrose

Macchia di fogliame nero le rocce scoscese.

 

Torcendo tenace le radici come un groviglio di serpi,

La roccia è penetrata nei buchi di vecchie ferite:

Il loro intreccio è duro come un forte baluardo;

Invano il loro riparo è sferzato dall’uragano.

 

Entro. Dalle pareti guardano immagini sacre;

Dei gradini portano ad un buio sotterraneo;

Ecco l’altare, sotto l’arco di una spelonca.

 

Qui è il giardino sul quale incombono rocce minacciose

Che risveglia il fragore di invisibili acque sotterranee

E intorno splendono le rose mistiche.

 

Vjaceslav Ivanov

(traduzione dal russo di Nicola Cariello)