Na rattatuglia. Raccolta di fatti e scritti in dialetto roccatano e roccamesano

MICHELE DARI – MARIA PIA CIMAGLIA. Na rattattuglia. Raccolta di fatti e scritti in dialetto roccatano e roccamesano
Rocca Canterano, 2004, pp. 208, ill. b. e n. nel testo, s. i. p.

E’ questo, tra i molti che ormai vedono la luce nella Valle dell’Aniene, un libro sulla memoria di una piccola comunità laziale che, però, è stato confezionato tessendo le numerose memorie dei vecchi (più delle vecchie) roccatani e roccamesani. Il paese conta appena 300 anime, ma un tempo era molto più popoloso e i suoi abitanti erano famosi per essere dei “duri”, con il vizio “de bussà” e di usare il coltello e lo schioppo. Ma questo lo dicono in ogni paese, per vantarsi! In realtà, il libro ci racconta (si racconta) di una popolazione laboriosa, dedita alle faticose e poco remunerative attività agricole e pastorali di un mondo infame! Ma i ricordi dei vecchi non trascurano i racconti di briganti, di streghe, di soldati; testimoniano sulle usanze, le feste, i personaggi caratteristici, i rimedi empirici per le malattie, i proverbi, i giochi. “Questo lavoro – scrivono lodevolmente gli Autori – non trascrive i fatti documentati, ma quel patrimonio di ricordi affidato alla trasmissione orale, per cui manca sicuramente di rigore scientifico, ma è pervaso dalla sincerità e spontaneità propria dei racconti popolari”. Il titolo stesso, Na rattattuglia (miscuglio di cose), del resto avverte il lettore che egli si trova in presenza di un’opera volutamente disorganica, per molti tratti “fantastica”, fortemente e coscientemente voluta, però, “per recuperare la storia che al popolo piaceva raccontare”, prima dell’oblìo. Non si pensi, però, che quello che gli Autori hanno realizzato sia un lavoro “poco serio” oppure “inutile”. Al contrario. Serve, anzi, allo studioso più “tecnico” per completarlo o sistemarlo (vedi il dialetto, per esempio). Bellissime, infine, le fotografie d’epoca inserite nel testo. (ar. ta.