LA SEDIA VUOTA. STORIE DI LAVORATORI DI CAPISTRELLO

ESTER FASCIANI, La sedia vuota. Storie di lavoratori di Capistrello, 2020 (21×29,70) senza f.to, pp. 258, ill. b/n e col. nel testo, s.i.p.

Ester Fasciani –medico chirurgo a riposo – è l’appassionata amministratrice della community Facebook Capistrello il mio paesello.Tra i molti temi di cui la pagina si è arricchita negli anni, la Fasciani ha scelto di trasferire su carta quello che sa essere il più vicino al cuore dei suoi compaesani, ovvero la triste sequenza di vittime del lavoro -siano decedute per disgrazia o a seguito delle malattie professionali, prima fra tutte la silicosi- argomento portante di una ricerca che poi si allarga al mondo del lavoro dei minatori e degli scalpellini di Capistrello (e anche delle sue frazioni, Pescocanale e Corcumello), categorie che del novero dei caduti occupano la parte maggiore. La “sedia vuota” del titolo è proprio quella del capofamiglia: assente per lunghi mesi o per anni quando la sorte si rivelava benigna, relegato al mondo etereo dei ricordi quando questa volgeva al peggio. La mole di dati riportati nel testo è poderosa, e non si limita alle testimonianze raccolte dalla viva voce degli operai e dei loro familiari, ma si espande alle ricerche d’archivio in una ammirevole volontà di trovare riscontri documentali alle notizie reperite in paese, a volte incerte o imprecise. A questo straziante elenco però se ne affianca anche un altro, più incoraggiante: quello dei tanti “mastri” minatori del paese: operai specializzati, assistenti, e – più vicini nel tempo- capocantiere che negli ultimi cinquanta anni hanno saputo elevare al massimo le qualità professionali dell’intera categoria dei minatori di Capistrello. Il libro di Ester Fasciani, sfrondato della inevitabile mestizia della prima parte, si rivela alla fine come un grande atto d’amore verso il paese, e di profonda e sentita ammirazione per generazioni di uomini e donne che hanno saputo, partendo dal nulla della condizione economica e culturale di un paese povero e arretrato, liberarsi del giogo atavico della miseria e spianare la strada al benessere e al riscatto sociale dei loro discendenti. L’opera è – per ora – disponibile in un numero limitato di copie, realizzato grazie all’intervento di un noto imprenditore locale. (La Redazione)